Perché farlo?
Con il termine ptosi palpebrale si indica quella patologia che causa il progressivo abbassamento della palpebra superiore portando a una riduzione del campo visivo del soggetto. La ptosi palpebrale causa gravi disagi e impedimenti poiché risulta difficile tenere le palpebre aperte e gestire così le normali attività quotidiane. Le cause della ptosi palpebrale sono diverse ma tra le più comuni vi è l’indebolimento del muscolo della palpebra collegato all’età del soggetto. Tramite l’intervento chirurgico è possibile risolvere il problema della palpebra cadente e ridare al soggetto la piena capacità visiva.
Dove si interviene?
La correzione della ptosi palpebrale può avvenire in tre modalità:
- Plicatura: chiamata anche “reinserzione dell’aponeurosi del muscolo elevatore della palpebra superiore”, una procedura riservata ai casi in cui la funzione del muscolo palpebrale sia nel range tra 6 e 10 mm.
- Resezione parziale del muscolo elevatore della palpebra e sua reinserzione.
- Sospensione della palpebra al muscolo frontale: si esegue nei casi in cui la funzione del muscolo risulti inferiore ai 6/10mm o totalmente assente.
La durata dell’intervento è variabile e dipende dai singoli casi. L’intervento avviene in anestesia locale. Non è previsto il ricovero del paziente.
- Nei giorni successivi all’intervento, gli occhi risulteranno gonfi (edematosi) e lividi (ecchimotici) per circa 7/10 giorni post intervento.
- I punti di sutura vengono rimossi dopo 5/7 giorni.
- È consigliabile effettuare impacchi con ghiaccio e utilizzare appositi colliri per ridurre il gonfiore.
- Non sforzare eccessivamente la vista nei primi giorni successivi all’intervento.
- Non utilizzare lenti a contatto fino alla completa guarigione.
- Uscire indossando occhiali scuri.
- Evitare l’esposizione al sole fino alla completa guarigione.
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